domenica 24 giugno 2018

FLAVIO BRAGALONI AT MAD GALLERY IN CHELSEA


Flavio Bragaloni il 29 giugno p.v. esporrà alcune sue opere alla MAD GALLERY in New York assieme ad altri artisti contemporanei. E' un riconoscimento alla sua arte ed alla sua creatività che, credo e mi permetto di dire, ha finalmente trovato la sua forma e forza espressiva.


Il suo uso del colore lo caratterizza e lo definisce, esaltando le figure essenziali e dirette che dipinge.


Nella sua coerenza di pensiero critico sulla società americana i dipinti di Flavio Bragaloni celebrano l'armonia di ciò che invece dovrebbe essere per come lui vede il mondo.


La sua rivisitazione della celeberrima Ultima Cena (The Last Supper) mi ha profondamente colpito ed entusiasmato, in quanto credo che esprima tutto ciò che lui oggi può dare come contributo creativo all'arte contemporanea, che, a mio parere, è significativo.



Alla MAD GALLERY non mancherà quello che, ad oggi, definirei il suo capolavoro per la potenza che ha saputo imprimere al suo messaggio di dolore inchiodando la Statua delle Libertà ad una croce, simbolo che nel percorso evolutivo dell'umanità ha segnato l'anno zero.

sabato 16 giugno 2018

CAPITALISMO E ROMANTICISMO NEOLIBERISTA

Il problema nella storia del liberalismo:
"... consisterebbe nel paradosso per cui la capacità di orientare le emozioni pubbliche è considerata uno dei punti di forza dei politici più in vista, ma nonostante ciò il ruolo delle emozioni non è ritenuto così importante da essere oggetto specifico di riflessione sulle forme politiche"
 (Martha Nussbaum)

... Dobbiamo riconoscere che questa trascuratezza non vale solo per gli intellettuali ma anche per i cittadini e i politici (forse sopratutto per loro). Non sembra diffondersi la convinzione che tra i propri compiti civili vi sia quello di prestare maggiore cura alla qualità delle emozioni agite nello spazio pubblico. Si potrebbe sintetizzare il problema in questo modo: si sottovaluta la funzione pubblica delle emozioni, pur ammettendo che è proprio su di esse che si esercita attualmente una parte significativa del potere politico. Col risultato, da un lato di assistere a sempre un maggior uso politico delle emozioni (basti pensare alla rappresentazione del terrorismo e degli spostamenti migratori) e, dall'altro lato, di perseverare nella convinzione che le emozioni politiche, pur così importanti, non necessitino di troppa attenzione e non vadano né studiate né orientate. C'è però un limite teorico nella tesi di Nussbaum: quel che agli occhi di un intellettuale appare come un problema agli occhi del militante politico appare semplicemente una risorsa.
Una categoria politica che manifesta alla perfezione questo rovesciamento è quella del leader. Chi altro è il leader, almeno nella considerazione che ne abbiamo nelle democrazie occidentali, se non il politico che sposta l'opinione pubblica con la sola forza carismatica delle emozioni e dell'empatia? Le democrazie dei leader si radicano in un neoromanticismo politico. L'accettazione delle necessità di un leader sembra essere, nell'era delle post-democrazie, uno dei dogmi bipartisan ...
(Paul Ginsborg & Sergio Labate - Passioni e politica pp 50-51).
...
Occorrerebbe una feroce e profonda riflessione su come oggi l'astrazione di ciò che ancora chiamiamo democrazia sia in effetti percepita. La definizione di essa come postdemocrazia usata dai due autori, di cui ho riportato un estratto del loro interessante lavoro, mi ha profondamente colpito e indotto, appunto, a dedicarmi a farla. La spasmodica necessità della ricerca di un leader che guidi un popolo verso una qualunque direzione da lui prospettata ma ha sempre lasciato perplesso e pieno di domande sul perché il genere umano tenda a radicalizzarsi attorno a qualcuno dotato di un potere di fascinazione. Non sono mai stato attratto visceralmente dalle persone che nel corso della mia vita sono assurte al potere, né, tanto meno, ho avuto un debole per una qualunque ortodossia che si è susseguita nel corso di questo tempo; non ne ho mai compreso la necessità né cosa possa restituire a chi ne diventa un adepto, ma questo, credo, è un mio grande limite.
Oltre a ciò, quello che veramente mi rende incomprensibile il dogma del leader è che nella grande maggioranza dei casi questi non sono connotati da alcuna qualità particolare, sono persone piuttosto ordinarie direi; è proprio da questo punto, credo, che debba partire l'analisi su ciò che l'attuale civiltà del pianeta Terra stia in effetti cercando. 
La mia proposta, in proposito, è in realtà una domanda: Una rassicurazione sulla propria identità?

venerdì 15 giugno 2018

SCAMBIO DI PERSONA?

Giorni fa mi sono fermato in un bar tabacchi presso S. Giovanni per comprare un pacchetto di sigarette; all'uscita ho incrociato una donna, ci siamo guardati, lei mi ha sorriso e mi è venuta incontro esclamando: "Giorgio! Quanto tempo! Come stai?"; poi mi si è avvicinata e mi ha baciato sulla guancia.
Io non l'avevo mai vista in vita mia e poi non mi chiamo Giorgio, di questo sono abbastanza certo, ma come paralizzato dalla sua intraprendenza e sicurezza , nonché dalla sua bellezza, non sono riuscito ad emettere alcun suono riconducibile ad una qualunque lettera di un alfabeto conosciuto sul pianeta. Dopo di che mi ha preso sottobraccio ed incamminandosi sulla via Appia ha iniziato a propormi ricordi di un passato a me sconosciuto, ovviamente, non essendo io Giorgio, o chi per lui, anche se , devo ammettere che mi è balenata l'idea che mi fossi così proposto in un qualche passato quantistico che al momento era oscuro ai miei ricordi.
Dopo circa dieci minuti, in un barlume di lucidità apparente ho tentato di dirgli che forse si era sbagliata, pur se i sui magnetici occhi verdi mi inducevano a fare il contrario; ma lei, imperterrita, mi ha detto che ero sempre il solito giocherellone ed ha continuato nella sua narrazione di eventi trascorsi assieme. Poi arrestandosi di colpo mi ha chiesto se avessi la macchina e se potevo accompagnarla a casa.
"Dove abiti?"
"Continui?" mi ha risposto socchiudendo gli occhi spandendoli poi in un sorriso accattivante ... "dai sulla Tuscolana, a Cinecittà" ...
"Ok", ho detto io, visto che tanto valeva calarmi nella parte di Giorgio e che abitava comunque di strada per tornare a casa.
Arrivati sotto casa, dopo un ulteriore effluvio di ricordi con io nella parte di Giorgio mi ha chiesto se volevo salire; perché no, mi sono detto, è bella, molto bella e poi sti cazzi se me crede Giorgio, io salgo ...; le due ore successive resteranno impresse per sempre nella mia caduca memoria per la sua incredibile voracità e dolcezza espressa nell'arte amatoria ... uao!
Uscendo, a sera inoltrata, ero a tutti gli effetti Giorgio, pur se non riuscivo a capacitarmi di come fosse potuta accadere una cosa del genere; era veramente folle che mi avesse scambiato per un altra persona e fosse venuta a letto con me credendolo; che poi fosse successo a me mi appariva ancora più inverosimile.
L'indomani raccontando l'accaduto ad una persona cara questa, alla fine del racconto, non solo ci ha creduto, è una mia cara amica, ma sorridendomi beffarda mi ha detto: "André, quella te s'è voluta fa e c'è riuscita ..."
Già, a volte, quando si è scartato l'impossibile quello che resta, per quanto improbabile, è sempre la verità ...