martedì 20 maggio 2014

Quello che non sai

Lascerò che il tempo torni lentamente a me, affinché possa riappropiarmene ... Per farlo resterò in silenzio, così che tutto abbia un senso. È stato un lungo viaggio, ed ora sono stanco.
Comprendere è parte di noi, piaccia o no.
Continuerò a guardare il mare, aspettando che salga la marea; poi entrerò in acqua e mi lascerò trascinare via, nel moto perpetuo regolato dalla luna, aliena influenza delle cose terrestri.
Cercando l'essenza, la dimora dell'anima, meta finale del peregrinare.
In un vagito primordiale di rinascita, nel dolore dell'abbandono, nell'accecante luce del giorno che vedi per la prima volta; nella meraviglia, nello stupore, nell'estasi della paura, nell'incertezza di quello che sará.
Ci saranno voci e visi e occhi e mani e corpi deformi, in un riflesso indefinito di uno specchio concavo, nel mondo che torna visibile dopo l'eclissi.
L'io reclama di nuovo il suo posto dopo l'abbandono, dopo l'essere stato per troppo tempo trascurato, vilipeso, occultato, venduto al miglior offerente.
Non so se ci sará un nuovo tempo, nessuno può assicurarcelo. Ma un uomo sa il suo destino, non può eluderlo. È tempo di essere, in una nuova follia. È tempo di amare, in una nuova follia. È tempo.
O non c'è più tempo.
Questo è quello che non sai...

sabato 10 maggio 2014

LA GENESI: L'USCITA DAL MONDO DEI CLONI ...

Dio ha detto:" non magerete di esso, né lo toccherete, altrimenti morirete"
Il serpente allora disse alla donna: "No, che non morirete; è che Dio sa bene che il giorno in cui ne mangerete i vostri occhi si apriranno, e voi sarete come Dio, conoscerete il bene ed il male.
E la donna vide che l'albero era buono da mangiare, e piacevole da vedere; e inoltre aveva il potere di rendere saggi; ed ella prese il suo frutto e lo mangiò, e ne diede anche al suo compagno, ed egli lo mangiò.
E gli occhi di entrambi si aprirono, ed essi videro che erano nudi; allora legarono assieme foglie di fico per farne dei perizomi".

Dunque, nel passo biblico della Genesi, c'è un Dio che nega ad Adamo e Eva la conoscenza, ed un serpente parlante che vuole dargliela.
Il serpente tentatore, dunque, vuole semplicemente fare un dono ai primi, sprovveduti, essere umani.
Il termine biblico che indica "serpente" è nahash, che deriva dalla radice nhsh, che significa " decifrare, scoprire"; è ragionevole supporre che il termine nahash possa descrivere anche " colui che sa decifrare, che sa le cose", proprio in ragione di quanto scritto nel libro della Genesi.
I primi due umani apparsi sul pianeta, quindi, erano nudi come animali ed, inoltre, erano inconsapevoli di esserlo. Vivevano liberi e felici nell'eden ... Come gazzelle, tortore, capre, scimmie.
Orbene, Dio, ritiene che ciò sia sufficiente; li ha creati, e li tiene lì, come noi, oggi, il cane nel giardino.
Il serpente, tentatore e quindi inopportuno, offre loro un'opportunitá di uscire dallo stato animale e divenire come Dio.
Sembra, dalla lettura della Genesi, emergere un forte contrasto tra due Divinità: Il Dio buono che ha donato la Vita ed il Dio meno buono, assurto poi alla dannazione eterna come Satana, che vuole donare agli umani anche la conoscenza.
Ma di quale conoscenza parla?
La prima acquisizione di coscienza da parte dell'essere umano riguarda, stando al passo della genesi, la nudità ed il pudore derivante dalla stessa; ecco, quindi, l'esigenza di coprirsi.
L'uomo è nudo e vive in uno stato brado, perchè dio vorrebbe tenerlo così, visto che, dopo tutto lo ha creato?
La risposta risiede, evidentemente, nello scopo per il quale è stato creato.
I testi sumerici, i primi mai scritti da mano umana sul pianeta terra, tra i quali 'L'Epica di gilgamesh", raccontano la Storia della creazione, ed il Vecchio Testamento riproduce molto dei racconti sumerici sulle origini dell'uomo ( Adamo significa Uomo).
Visitatori del pianeta in cerca di risorse minerali, in particolare dell'oro, stabilitisi in mesopotamia (odierno Irak), all'epoca terra fertile e rigorosa, stanchi di usare loro mano d'opera perchè sempre più lamentosa delle condizioni nelle quali lavoravano per estrarre i minerali di cui abbisognavano, cercano di creare qualcuno che potesse farlo per loro usando quanto disponibile sul pianeta.
Dopo alcuni tentativi andati male, riuscirono a creare un modello idoneo incrociando i loro geni con quelli dell'Homo erectus, così come lo chiamamo noi ma in realtà una scimmia.
L'idea era generare, in sostanza degli schiavi che lavorassero nelle miniere. Essendo, inoltre, fatti con uno stampo genetico identico erano tutti uguali, ovvero dei cloni.
I cloni, essendo tali, non possono riprodursi. Quindi, dio, ovvero colui che aveva la conoscenza scientifica per fare ciò, li aveva creati di proposito così, e voleva continuarli a tenere in questo stato di minorità, seppur in un contesto ideale: in sostanza per differenziarli da loro stessi, essendo stati creati a propria immagine e somiglianza, non avevano inserito nel loro DNA i geni riproduttivi e li avevano creati mortali (i frutti proibiti nell'eden erano due: quello della conoscenza e quello della vita eterna).
Quando il Serpente li convinse ad assaggiare il frutto della conoscenza in sostanza diede loro la capacitá di riprodursi ( essere come dio); eva ottenne la capacità, nonchè il dolore, di riprodursi: tanto che nacque caino.
Dio, piuttosto infuriato, stando sia ai testi sumerici che all'antico testamento, li cacciò dall'eden sia per punizione sia per evitare che in un futuro avessero potuto anche accedere alla vita eterna ( sarà un caso che questa sia stata sempre un'aspirazione umana?);
acquisita la conoscenza ci fu quindi per Adamo ed Eva l'uscita dal mondo dei cloni, dando così inizio a quella che è la storia dell'uomo, tanto è che testi biblici è riportata la frase "Adamo è diventato uno di noi" (notate il plurale..).
Forse è molto più semplice di quanto abbiamo creduto scrivere la storia dell'uomo, nato schiavo per lavorare nelle miniere africane (la nostra progenitrice in effetti era nera, a proposito della presunta superiorità dei bianchi) e divenuto quello che è oggi.
Il problema della creazione di tutto resta, e con lei il mistero della vita in assoluto ( se anche qualcuno ha progettato noi, quel qualcuno sarà pur nato da qualche cosa, forse trascendente ...).
POi dio o chi per lui può assumere il significato che ognuno di noi reputa necessario alla sua spiritualitá e fede, e lo stesso vale per il "serpente" che ha permesso la progenie umana.
A chi, in effetti, dovremmo essere grati (o devoti ...): a dio o satana?
E chi è il dio celebrato nella divina commedia di Dante se il Sommo così si è espresso sull'uomo:
" FATTI NON FOSTE PER VIVERE COME BRUTI MA PER SEGUIR VIRTUTE E CANOESCENZA" ... ?