mercoledì 28 febbraio 2018

SENENMUT - L'ARCHITETTO DI DIO

"Avendo percorso tutti gli scritti dei saggi, non ignoro nulla di quanto è accaduto a partire dal Primo Giorno".


"Io sono uno che è uscito dai flutti e a cui è stata donata l'inondazione, grazie a cui ho potere sul Nilo".


Architetto Reale della XVIII Dinastia Egizia, SENENMUT incarna un uomo (?) talmente controverso, e fuori da ogni schema storico accettato dall'archeologia contemporanea, tanto che gli stessi antichi egiziani hanno cercato di rimuovere la sua figura storica dalla loro memoria; la sua tomba, infatti, chiusa al pubblico (perché? ... la risposta potrebbe essere che tutto quello che fino ad oggi è stato sostenuto sulla civiltà egiziana è un falso?), potrebbe nascondere i segreti della costruzione delle Piramidi (nonostante oramai è acclarato che la contro archeologia, ovvero non quella sedata dalla necessità di un continua auto affermazione in ragione di continuare ad esistere per essere presa in seria considerazione, si sia oramai orientata verso il pensiero che gli egiziani non abbiano potuto edificarle, ovvero non ne avevano né i mezzi né le conoscenze per farlo).
Nella tomba è stato riportato alla luce, nascosto da un profondo strato di intonaco (applicato da chi?), un disegno che nella parte superiore mostra la volta celeste (anche se stranamente Marte non è rappresentato) come appariva agli abitanti del pianeta Terra nel 10.450 A.C., con al centro la cintura di ORIONE (che le tre piramidi della Piana di Giza replicano sul suolo terrestre) e nella parte inferiore mostra il calendario egizio suddiviso in 12 mesi di 30 giorni ciascuno; il disegno in realtà non è tale in quanto fu scolpito, come se fosse destinato non ai contemporanei di Senenmut ma ai posteri, ovvero a noi ...


Nel 1.470 A.C.  costruì il tempio di DJESER DJESERU (Sublime Sublimità) anche conosciuto come GESER GESERU' (Meraviglia delle Meraviglie), costituito da tre terrazze che potrebbero rappresentare l'evoluzione spirituale della vita, di cui le prime due quella terrena e la terza (non visibile dal primo cortile) quella divina ...


Che in Egitto si trovi, da qualche parte sotto il deserto, la spiegazione delle  vere origini dell'origine dell'umanità è oramai palese, come lo è altrettanto che l'archeologia classica (così come altre scienze) e le sue stantie teorie stiano affondando nelle sabbie mobili dell'auto affermazione a tutti i costi .
Fred Hoyle  fisico, matematico e scrittore britannico, noto al grande pubblico soprattutto per le sue argomentazioni non convenzionali e per svariate teorie non ortodosse entro la comunità scientifica, in proposito delle convinzioni scientifiche ebbe a dire:
"Oggi la scienza è rinchiusa entro i paradigmi ... ogni via d'uscita è bloccata da credenze sbagliate e se si cerca di far pubblicare qualcosa di nuovo da una rivista ci si scontrerà con un paradigma e la redazione respingerà l'articolo."
A. Schopenhauer  (Filosofo), uno dei più grandi pensatori del XIX secolo, sintetizzò così il passaggio inevitabile dall'ignoto al noto, ovvero quello che comunemente si definisce progresso:
"Tutte le verità passano attraverso tre stadi. Primo: vengono ridicolizzate; secondo: vengono violentemente contestate; terzo: vengono accettate dandole come evidenti."
Negli incredibili, apparentemente inverosimili, millenni Avanti Cristo sono state realizzate opere impossibili per l'attuale umanità che crediamo evoluta, figlie di una conoscenza superiore a quella oggi detenuta dagli abitanti terrestri; non mi sembra un caso, in proposito, che Dio, o chi per Lui, parlasse continuamente con i nostri antenati, a volte dandogli indirizzi, motivazioni, a volte chiedendogli spiegazioni sul loro agire, adirandosi oppure compiacendosi ... a pensarci bene, dopo l'apparizione emblematica, e altrettanto inverosimile, di Gesù ha smesso di farlo ... ci siamo mai chiesti perché?
Mi sono imbattuto recentemente nel corso dei miei studi in questo pensiero di Marco Rigamonti, Segretario Generale del Priorato di Sion nonché Gran Maestro: "E' evidente che quel livello di espressione del genio creativo, che poi è il vero ed autentico genio, in grado di catalizzare e riassumere la conoscenza e l'essenza singolarmente in qualcosa, sia oramai alle spalle dell'umanità attuale; al posto di questo, c'è un progresso basato non sulla vera intelligenza e sull'autentico genio, al quale istintivamente non si mira più, avendone già raggiunto il picco, ma bensì è iniziata l'inesorabile ed irreversibile agonia di questo ciclo, che si manifesta attraverso una umanità, che per non restare in stasi, sviluppa il proprio apparente e di fatto illusorio progresso sulla  tecnica e sull'esasperazione di quest'ultima al posto di una evoluzione viva e genuina, fase che faceva parte di un ciclo già alle spalle ... Non si tratta quindi di una intelligenza saggia, quella moderna, ma tendenzialmente nozionistica, non è l'era della conoscenza, ma de sapere, dove della prima è ricercata l'estetica e non l'essenza".
Voglio chiudere questo lungo post con un pensiero di  Albert Einstein, che non poteva certamente mancare visto l'argomento, che nella sua estrema sintesi, rara capacità appartenente solo agli Eletti, chiarisce ciò che dovrebbe essere la stella polare della conoscenza:
"La ricerca della verità è più preziosa del suo possesso". 



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