martedì 23 settembre 2014

SS (Sindacati Stantii)


Incastonati nell'apogeo del loro successo che li ha visti protagonisti attivi della politica italiana fra la fine degli anni '70 e gli anni '90, pietrificati dentro il loro sistema anacronistico, abbarbicati alla gestione di varie forme di potere, inespressivi come gli uomini senza volto di Magritte, i Sindacati Stantii italiani rappresentano oggi le SS del lavoro che non c'è.
Ululanti nel deserto occupazionale come iene in cerca di cibo, affondano i loro denti nei cadaveri putrefatti dei lavoratori italiani ancora attivi in cerca di brandelli di autostima, fagocitando pagine di giornali e servizi televisivi brandendo l'unica arma che abbiano mai saputo usare, la scure dello sciopero, scevra ormai di capacità tagliente.
Hanno un colpevole per tutto ed una soluzione per tutti; illustrano a menadito la filosofia marxiana della Sovrastruttura e spiegano come applicarla ai tempi moderni ricollocando il Capitale dalla fine dell'800 nel XXI secolo, profondendo oralmente teorie economiche all'avanguardia.
Profeti del futuro, tutelano in maniera impeccabile quello che non c'é assicurando che un giorno ci sarà, elevando così spiritualmente schiere di giovani depressi in cerca di occupazione.
Chiedono democrazia, pur vivendo al loro interno il sistema più antidemocratico che c'è; eleggono i loro capi con il sistema feudale della spada sulla spalla, ovvero trasmissione ereditaria di potere.
Chiedono trasparenza, ma tutto quello che riguarda le loro organizzazioni è criptato, a tutela del messaggio massonico di conoscenza del quale sono depositari e guardiani.
Chiedono, chiedono e non danno; non un posto di lavoro retribuito, non un gesto benefico di solidarietà economica verso gli esodati: reclamano si, ma quello che conta è che sia tu a darlo.
Nel dramma politico ed economico che stringe l'Italia in una morsa che potrebbe essere fatale, i Sindacati Stantii interpretano la farsa; SS in cerca di autore, SS in cerca di un motivo per esistere, SS che hanno avuto un ruolo primario nella conduzione del nostro Paese a questa commedia che non fa ridere più nessuno.

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