sabato 21 gennaio 2012

Last Minute Market

Last minute market è una società spin-off (in questo caso accademico, ovvero una società nella quale una università partecipa in qualità di socio) dell'università di Bologna, creata da Andrea Segrè, da sei anni preside di Agraria Nel medesimo ateneo. lo scopo è quello di recuperare i prodotti alimentari invenduti che i supermercati ritirano dal commercio, dirottandoli dall'inceneritore verso mense ed enti caritativi in tempo utile prima che scadano. Seppur la scadenza impressa sui prodotti sia solo un espediente commerciale inventato per garantire la rotazione delle merci nei supermercati. Il Professore, infatti, mangia tranquillamente yogurt scaduti da 4 mesi e pacchi di spaghetti stagionati da 6. Il progetto, nato nel 2000, oggi vede 43 città aderenti e si cerca un'applicazione su scala nazionale. In una intervista rilasciata al " il giornale", il professor Segrè ci fa sapere che " le scadenze suoi cibi esistono Da quando è cominciata la dittatura dell'HACCP, il metodo di autocontrollo igienico inventato dalla NASA americana per proteggere gli astronauti da contaminazioni di origine alimentare che avrebbero potuto mettere a repentaglio le missioni spaziali. E che prima di allora ci si regolava con il buon senso. Io (Andrea Segré) faccio ancora così. Guardo il coperchio dello yogurt conservato in frigo, finché non si gonfia, è commestibile..." Definisce, inoltre, lo spreco come un "fenomeno planetario", ovvero dal 30 al 50 per cento di ciò che la catena agroalimentare produce sulla terra va perso. In Italia vengono gettati via ogni anno 20 milioni di tonnellate di alimenti, che potrebbero sfamare 44 milioni di persone per 12 mesi... Sul sito www.lastminutemarket.it potrete approfondire, volendo, l'argomento e sottoscrivere la "Declaration Against Food Waste, ovvero una Common Action in the prevention and reduction of food waste on a global and european scale ( dichiarazione contro lo spreco di cibo, da realizzassi attraverso una azione comune di prevenzione e riduzione Dello spreco su scala europea e globale). Da questa possibilità tutti ne trarrebbero dei vantaggi: i supermercati e tutto il loro indotto per una riduzione dell'invenduto e dei costi di smaltimento dei rifiuti; le istituzioni caritatevoli per avere cibi gratuiti a costo zero; e tutta la collettività per un sistema che produrrebbe meno rifiuti e meno inquinamento. Aggiungere un commento a quanto detto è superfluo. Vivere in un mondo ecosostenibile dipende in prima istanza sempre da noi. Una maggiore attenzione nelle cose quotidiane può condurci verso una aspettativa di qualità di vita Migliore, educando,inoltre, le future generazioni ad un rispetto massimo dell'ambiente che ci permette di vivere. Le regole del business devono poter coesistere con le regole dell'educazione civica e del rispetto dell'uomo nella Sua totalità. Non aspettiamo che qualcuno faccia qualcosa per noi. Facciamo noi qualcosa per noi stessi e per gli Altri.

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