sabato 2 aprile 2011

TAMARA DE LEMPICKA - VITTORIANO - ROMA

Bella, geniale, colta, aristocratica, dominante, bisessuale, cocainomane...Tamara Rosalia Gurwik-Gorska, meglio conosciuta con il nome del primo marito, Tadeus Lempicki, nata a Mosca nel 1902 (anche se sosteva essere nata a Varsavia) da una famiglia aristocratica, non si è fatta mancare nulla nella sua lunga vita (è morta a Tres Bambus, in Messico, nel 1980). Inventrice di un nuovo linguaggio pittorico e del "Blu Lempicka" (colore predominante nei suoi lavori assieme al grigio), ispirato da moda, pubblicità, cinema, architettura, negli anni '20 la sua personale incursione nell'Art Déco a cavallo fra le due grandi guerre ha lasciato il segno. Le  forme essensiali e simmetriche con le quali ha impresso su tela  i personaggi dell'alta società che frequentava abitualmente (e della quale era promotrice dello sfarzo e dell'eccentricità), in special modo nel suo primo periodo, l'hanno resa un'icona dell'Art Déco. La "dea dagli occhi d'acciaio" come la sua pittura, donna trasgressiva e quindi libera, colpisce con violenza chi si trova difronte alla sua opera. L'impatto del colore e delle forme, il verismo e la modernità dei tempi vissuti che ha inserito nei suoi quadri, assorbono il visitatore centrifugandolo in un Jet Set cosmopolita raffinato ed elegante, a volte esasperato per la perfezione, ma senza dubbio efficace e di rara bellezza. Un tratto mai sobrio, volutamente marcato, ma che soddisfa e che genera subito assuefazione alle immaggini prodotte sulle tele. Quadri quali Il VERDE GIADA (l'immagine ne è un particolare), LA SCIARPA ARANCIONE, KIZZETTE (la figlia) IN ROSA, IL VELO VERDE, LA DONNA CHE DORME, restano impressi per la comunicazione espressiva che portano intrinsecamente con essi, sublimando quello che lei era o che voleva far credere di essere. Una rivelazione per chi, come me, non conosceva la sua arte. Un evento (il secondo a Roma dopo quello del 1957) da non perdere, al Vittoriano fino al 10 luglio.
"Cerco di vivere e creare in modo tale da imprimere sia alla vita che alle mie opere il marchio dei tempi moderni" (Tamara de Lempicka)





















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