giovedì 16 dicembre 2010

STATUS QUO ANTE

Dopo appena SETTE anni di processo Callisto Tanzi è stato condannato, IN PRIMO GRADO, a 18 anni di carcere.
EVVIVA!
Peccato che ha 70 anni ed in galera non ci metterà piede. Per i suoi soci in affari pene leggermente inferiori, ma considerando l'appello e la cassazione eventuale i reati andranno sicuramente prescritti (ovvero, niente galera).
EVVIVA!
La banda ha messo in piedi una truffa da 14 MILIARDI DI EURO, che sta in cima alla classifica europea ed ai primissimi posti in quella mondiale.
La nostra giustizia, ovviamente, non poteva esimersi dal portare in tribunale PARMALATANZI, ma, ancora più ovviamente, l'ha fatto con i tempi necessari.
Nell'inframentre il buon Callisto ha potuto continuare a vivere come prima, e continuerà farlo anche dopo la sentenza (comunque sempre di PRIMO GRADO).
EVVIVA!
Commento del bravuomo all'emissione della sentenza: "non mi aspettavo una sentenza così severa".
E già, siamo in Italia. Chi ti condanna mai in Italia.  Ma, sopratutto, chi ci va mai in galera in Italia.
Negli USA Bernard Madoff, il finanziere che ha messo in piedi la truffa più colossale mai portata a termine, IN SOLO SEI MESI DI PROCESSO E' STATO CONDANNATO A 150 ANNI (in pratica hanno buttato la chiave); vari ergastoli anche per il caso ENRON (simile al PARMALATCRAK).
Non viene neanche voglia di commentare. Quanto sia disastroso lo stato della giustizia italiana è sotto gli occhi di tutti. E' un fallimento collettivo. Una rassegnazione di altri tempi. Veniamo irrisi tutti i giorni con queste sentenze farsa. Veniamo presi per il culo. Ma forse a chi calpesta il suolo italiano non glienefregauncazzo, almeno non fino a quando viene toccato direttamente.
La riforma della giustizia, come tante altre in questo paese (non merita neanche la "p" maiuscola), sarebbe urgente. Ma sono continuamente ostacolate. Da cosa?
Status Quo (convenienze di compromesso tra le parti).
Così le lobby resistono, i poteri passano nelle mani dei discendenti ereditari, il circolo massonico si perpetua nel tempo.
In piazza vengono spediti, di volta in volta, studenti, disoccupati, precari, pensionati, lavoratori sull'orlo del licenziamento: tutte persone che hanno più di mille ragioni di protestare, ma che, purtroppo, nel gioco dello Status Quo, servono all'immobilismo, ovvero mantenimento.
Sono persone in buona fede, e sono oneste. E hanno una maledetta voglia di credere in qualcosa. Di credere che sia possibile una socialità giusta ed equa. Una socialità che premia chi lavora, s'impegna, studia, paga le tasse, fa volontariato; che respinga la parte oscura della luna.
Status Quo.
Questo è quello da abbattere. Da tirare giù. Sbriciolare e disperdere nel vento.
Status Quo.
E' necessaria una rivoluzione culturale. Un nuovo modo di pensare ed agire. Un totale cambiamento di pensiero, un radicale rovesciamento delle posizioni. Un'ideologia razionale, fredda, disancorata da tutto quello che oggi ci fagocita e annulla; una nuova era dei lumi. Che nasca dal basso, e si trasmetta per contagio. Senza urla. Senza violenza. Senza cattiveria. Usando l'esempio quotidiano. E iniziando a dire NO.
Siamo stufi delle teste vuote che ci circondano. Basta con i compromessi. Sopratutto basta farsi dividere da fantocci legati all'unica cosa in cui credono: il potere e le sue briciole.
Status Quo.
EVVIVA!

2 commenti:

Il presidente ha detto...

e lo sai qual'è la beffa?
se per caso tu non paghi una multa rischi molto di più del sor callisto!

andrea de rossi ha detto...

appunto Presidente...appunto...status quo dei sor callisto....BASTA!