martedì 27 agosto 2019

STATO DI FATTO (ASSOLUTO) E STATO DI DIRITTO

Per quanto possa apparire contraddittorio e, forse, troppo esasperato, il concetto di legebis solutus sembra di nuovo in auge in un certo contesto politico sia della così detta destra che nell'impalpabile ed indefinibile sinistra.
L'ennesimo governo caduto, nato da un improbabile contratto sottoscritto da un partito radicato nel nord industriale allergico al potere politico stabilito a Roma e un esperimento sociale esploso, forse, inaspettatamente anche al suo ideologo, in maniera fragorosa alle elezioni politiche del 2018, ripiomba l'Italia nel periodo apostatico  del presidente Napolitano, che impedì nuove elezioni dalla caduta del 16.11.2011 dell'ultimo governo Berlusconi (IV) imponendo i governi Monti (16.11.11-27.04.13), Letta (28.04.13-21.02.14) Renzi (22.02.14-27.02.16), con il presidente Mattarella a farne le veci, in quanto eletto il 31.01.2015 eredita il governo Renzi per poi farlo transitare in quello di Gentiloni (tutti del partito PD eccetto Monti) fino al 01.06.2018 per assegnarlo, infine, al termine delle elezioni dello stesso anno allo sconosciuto Conte, primo caso di Presidente del Consiglio non autenticato da una volontà popolare.
Ora che l'improbabile Governo Lega-5Stelle è caduto (anche se paradossalmente il fondatore del Movimento fosse più indirizzato verso politiche di destra che di sinistra), il presidente Mattarella cerca una soluzione che non contempli la consultazione popolare.
Su questo punto resto fermo  (come già avuto modo di scrivere nei post Eutanasia della Repubblica del 25.04.13 e G.N. e l'apostasia della  democrazia del 15.01.15) sull'idea che uno Stato di Diritto non può in alcuna maniera vedersi imporre alcunché che non sia stato legittimato dalla volontà popolare.
Uno Stato di Diritto può dirsi tale solo se se è in grado di assicurare il rispetto dei diritti del popolo e garantire un equo stato sociale, attraverso l'utilizzo dei principio della separazione dei poteri e di quello legalità.
In questo Paese è in corso una pericolosa deriva ideologica di cui si sono appropriate alcune élite, che facendo leva sulla ragion di stato si sono assoggettate il compito di decidere per conto del popolo; nel caso in questione, poi, oltre a questo, occorre anche sottolineare come anche il governo nato dalle elezioni sia stato una imposizione delle élite fatta passare come espressione di maggioranza.
Ora il presidente Mattarella ha dato inizio alle consultazioni e sta cercando di far credere che stia  valutando le possibilità di dar vita ad un governo formato dal PD e dai 5Stelle, già sottoscrittori di un contratto di governo con Lega stracciato con buona pace degli elettori; nella realtà la cosa è già stata decisa da tempo come è facilmente intuibile e le finte risse verbali di questi giorni sono solo ad uso e consumo dei giornali e per valutare le reazioni del popolo: così facendo  le élite avranno modo di consolidare ulteriormente la loro posizione, continuando a presentare facce pulite da esibire in TV (ad esempio Conte) ma vuotate di ogni contenuto di pensiero.
Ritengo che questa situazione sia in gran parte anche colpa nostra, che, forse, per assuefazione abbiamo iniziato a credere normali queste imposizioni che tutto possono riflettere meno che il concetto di democrazia (il presidente Mattarella è, in proposito, giudice costituzionale, e sa bene cosa sta facendo). Forse dovremmo riorganizzare i nostri pensieri e iniziare a rumoreggiare ogni qual volta i nostri diritti vengono calpestati in ordine a volontà estranee a quella popolare (in Spagna per le nostre stese condizioni hanno votato per tre volte). Uno Stato di Diritto è tale non solo per i principi  espressi ma anche e, sopratutto, perché chi lo vive e ne usufruisce dei contenuti lo comprende e vuole mantenerlo tale anche a costo di combattere. Ecco, forse è proprio questa voglia che sta scemando non solo nei nostri pensieri ma anche nei nostri cuori; "l'état c'est moi" è stato abbattuto da una rivoluzione; dovremmo considerare che forse sia giunta l'ora di affrontarne un'altra.

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