lunedì 1 giugno 2015

CACCIA ALL'UOMO

Il Belpaese è oramai sempre più insofferente ed intollerante al problema razziale che ci sta per scoppiare in mano. L'episodio che ha visto protagonisti i Rom nella Capitale è sintomatico del fatto che occorre prendere decisioni forti in tempi stretti, oppure la gente inizierà a provare a farsi giustizia da sola.
Ho letto di tutto sulla scia di questo ultimo tragico episodio nel quale ha perso la vita una signora filippina al lavoro da noi che lascia un marito e due figli. Era ad aspettare un mezzo pubblico, assieme a tante altre persone che popolano periferie sempre più lasciate in balia di eventi incontrollabili.
Se ancora non è successo, ed io non giurerei su questo, succederà.
L'esasperazione può condurre a moti di ribellione incontrollabili, soprattutto in quei luoghi in cui il senso di protezione è latente, per non dire assente.
Giocare con le parole è un esercizio stucchevole fatto da personaggi senza qualità che detengono poteri concessi loro non democraticamente, come è oggi la realtà di un paese che non elegge più il suo leader ma gli viene imposto.
Occorrono decisioni, non i soliti caroselli televisivi fatti di appelli irricevibili da chi vive in periferie sature già di per se di problemi che si trascinano da anni.
Se non possiamo gestire certe problematiche occorre eliminarle, questo è ineludibile. Non piacerà a tutti, ma nemmeno questa situazione piacerà a tutti. E' la democrazia, o presunta tale.
Facciamo un referendum e lasciamo decidere al popolo sovrano. La saggezza risiede nella normalità, nelle difficoltà 
 che vengono affrontate quotidianamente, nelle privazioni, nelle delusioni, negli insulti che dobbiamo ascoltare ogni giorno dai personaggi che affollano radiotvgiornali, che si permettono di dire che forse non riusciamo a capire.
No, noi comprendiamo benissimo e ne abbiamo le palle piene di voi, ottusi ogni oltre ragionevole aspettativa.
Ci saranno ancora vittime che si intersecheranno con il problema razziale, e prima opio scatterà una caccia all'uomo e lì, in quel momento, la storia cambierà.
Un leader che possa essere considerato tale la storia la cambia senza che necessariamente debba morire qualcuno, pur se in una rivoluzione sociale questo accade normalmente.
Un leader, appunto.
A ciascuno il suo.
Ma noi, questo che oggi ci rappresenta, male, non lo abbiamo eletto.
Ne Renzi in idem.
E se cominciasse da lui la caccia all'uomo?


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