martedì 20 maggio 2014

Quello che non sai

Lascerò che il tempo torni lentamente a me, affinché possa riappropiarmene ... Per farlo resterò in silenzio, così che tutto abbia un senso. È stato un lungo viaggio, ed ora sono stanco.
Comprendere è parte di noi, piaccia o no.
Continuerò a guardare il mare, aspettando che salga la marea; poi entrerò in acqua e mi lascerò trascinare via, nel moto perpetuo regolato dalla luna, aliena influenza delle cose terrestri.
Cercando l'essenza, la dimora dell'anima, meta finale del peregrinare.
In un vagito primordiale di rinascita, nel dolore dell'abbandono, nell'accecante luce del giorno che vedi per la prima volta; nella meraviglia, nello stupore, nell'estasi della paura, nell'incertezza di quello che sará.
Ci saranno voci e visi e occhi e mani e corpi deformi, in un riflesso indefinito di uno specchio concavo, nel mondo che torna visibile dopo l'eclissi.
L'io reclama di nuovo il suo posto dopo l'abbandono, dopo l'essere stato per troppo tempo trascurato, vilipeso, occultato, venduto al miglior offerente.
Non so se ci sará un nuovo tempo, nessuno può assicurarcelo. Ma un uomo sa il suo destino, non può eluderlo. È tempo di essere, in una nuova follia. È tempo di amare, in una nuova follia. È tempo.
O non c'è più tempo.
Questo è quello che non sai...

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