martedì 15 febbraio 2011

a TAL AL MALLOUHI

L'uomo è perituro. Può essere, ma periamo resistendo, e se il nulla ci è riservato non facciamo che sia giustizia. Facciamo, anzi, che sia ingiustizia.
Agiamo in modo da meritare ai nostri occhi e a quelli altrui l'eternità, e contro il timore che tutto alla fine si annienti, timore cui la più robusta fede non può impedire di insinuarsi nell'animo, lottiamo con tutte le forze della disperazione, agiamo in modo da renderci insostituibili, imprimiamo agli altri il nostro suggello e la nostra cifra, nella sola maniera in cui ciò è possibile, cioè dandoci all'universo.
Ognuno sia in tutti e tutti saranno in lui. Vivere veramente è darsi. Chi si da si perpetua. Mescoliamo il nostro spirito agli altri spiriti, alimentiamo con nostro il loro dolore, risvegliamo con la nostra le loro inquietitudini perché si destinino al dolore, alla coscienza della vita, perché più soffrano e, più soffrendo, salgano a più alta e luminosa coscienza, a più pura e intensa vita.
Se morendo usciamo per sempre dalla nostra vita, usciamone non dimissionari, ma destituiti. (SENANCOUR)
Ho voluto riportare queste bellissime parole di Senancour per dedicarle a Tal al Mallouhi, una studentessa di diciannove anni, e anche un blogger, che è detenuta del 27 dicembre 2009 in una prigione dei servizi segreti siriani, e che è stata definitamente condannata a 5 anni di carcere per "cooperazione con un paese straniero". Lo ha reso noto il Syrian Observatory for Human Rights, con sede in Gran Bretagna, secondo il quale la Corte Suprema siriana è un tribunale speciale che non offre garanzie processuali. L'accusa è quella di aver trasmesso informazioni all'Ambasciata USA al Cairo. Secondo, invece, le organizzazioni per i diritti umani, la ragazza sul suo blog criticava solo alcune restrizioni alla libertà di espressione attravesro le sue poesie e, sembra, che sostenesse la causa palestinese. Dal giorno dell'arresto, dopo una persquisione nella sua casa con tanto di sequestro di materiale (libri, dvd, telefono cellulare), i suoi genitori e amici non hanno avuto più alcun contatto con lei.
In Siria l'evento non è stato isolato, anche altri giovani sono stati arrestati per aver parlato di libertà e democrazia su blog e o forum.
In Siria, dal 1963, è al potere il partito Baath, che vieta ogni opposizione politica, in quanto considerata illegale (compresa, ovviamente, la critica).
Tal al Mallouhi non leggerà mai queste parole, ma possiamo farlo noi. E possiamo fare in modo che il messaggio di libertà trovi sempre uno spiraglio per tramandarsi e resistere nei posti nei quali le più elementari forme del vivere civile vengono oppresse e sistematicamente represse con la violenza. 
 "Se morendo usciamo per sempre dalla nostra vita, usciamone non dimissionari, ma destituiti"  è un invito a tenere sempre viva la nostra coscienza, lavorando giornalmente, con il nostro piccolo esempio, affinché chi ha voce la possa usare quando è necessario far conoscere. Senza urlare, senza dover necessariamente replicare alla violenza con la violenza. Un messaggio che rechi con sé la consapevolezza di "essere" e non di "dover essere".
Un augurio. Una speranza. Un invito.

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